Che cosa significano “Saremmo” e “Saremo”?
“Saremmo” e “Saremo” sono due espressioni molto utilizzate in italiano e che, purtroppo, spesso vengono confuse tra di loro. Questo avviene perchè le due parole si assomigliano molto non solo per il suono, ma anche per il modo in cui si scrivono. Tuttavia, ci sono dei casi in cui va utilizzata una certa forma ed altri in cui è necessario usare l'altra.
La confusione di queste due espressioni è uno degli errori più comuni che anche i madrelingua italiani tendono a compiere, specialmente nella forma scritta. Infatti, se nella lingua parlata la differenza non si nota poi così tanto, in quanto il suono è davvero molto simile, nel momento in cui si passa allo scritto diventa estremamente facile vedere come molte persone non siano in grado di utilizzare le due forme verbali nella maniera corretta. Vediamo dunque in quali casi va utilizzata una forma e in quali si deve ricorrere all'altra.
Quando si usa “saremmo”?
Ecco una serie di casi in cui è obbligatorio l'uso del condizionale.
Quando si sta facendo un'ipotesi verso un evento futuro, di cui non si è ancora certi. Ad esempio, nella frase “se fossimo partiti prima non saremmo in ritardo” l'uso del condizionale è necessario, in quanto la certezza di essere in ritardo non è ancora presente, trattandosi di una domanda.
Quando si pongono delle domande sul futuro ipotetico. Ad esempio, l'espressione “Secondo te, se avessimo fatto così saremmo riusciti a farcela?”. In questo caso la domanda riguarda un futuro che non si è realizzato e che, per definizione, è dunque ipotetico.
Quando si usa “saremo”?
Di seguito proponiamo una casistica in cui è necessario l'uso del futuro semplice del modo indicativo.
Si usa “saremo” quando si parla di un futuro certo, privo di dubbio e prevedibile. Un esempio classico è “dopo aver mangiato saremo sazi”. In questo caso ci si sta riferendo ad un evento necessario dopo una determinata azione ed è, dunque, prevedibile.
Si usa “saremo” per tutte quelle frasi future che hanno un grado di certezza poco al di sotto dell'assoluto. In altre parole, l'italiano ammette l'indicativo futuro anche per eventi non certi, ma estremamente probabili. Ad esempio, la frase “con queste nuvole saremo fortunati ad arrivare a casa senza prendere acqua”, si riferisce ad un futuro non certo, ma quasi, in quanto le nuvole rendono praticamente sicure la presenza di pioggia.
Conclusione
Come si può vedere, ci sono diverse sottigliezze da tenere in considerazione per scegliere l'espressione corretta. Se per il parlato la differenza è spesso impercettibile e si può cavarsela anche senza essere a conoscenza delle “nuances” che governano la grammatica italiana, per lo scritto diventa imprescindibile avere una chiara distinzione mentale delle casistiche.